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Interviste

Iva Zanicchi, dopo Sanremo l’Aquila di Ligonchio torna con Gargana

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Iva Zanicchi non dovrebbe nemmeno aver bisogno di un’introduzione: una delle signore della canzone e della televisione italiana, prima apparizione a San Remo fra i giovani, nel 1965, ultima apparizione nel 2022, e non sembra intenzionata a fermarsi. La storia della musica del nostro paese passa anche attraverso la sua voce: “Gargana”, il suo nuovo album, è uscito per la Luvi Records e contiene “Voglio amarti”, la canzone che ha portato a San Remo, e la cover di Milva, “Canzone”. Dentro “Gargana” c’è amore, ma non solo: ci sono pezzi che sembrano scritti a posta per questo momento, che parlano di guerra, di dover lasciare il proprio paese e di frontiere. Ci siamo fatti raccontare di San Remo, del disco e della sua musica.

Lei ha un nuovo disco, che si chiama Gargana, e ho letto che il titolo è una parola nel suo dialetto.
Si, è una parola dialettale, poi ho scoperto che è anche una parola portoghese che vuol dire “gola”, l’ho scoperto adesso! Invece nel mio dialetto vuol dire voce, voce forte, vociaccia. Lo dico sempre, da bambina sentivo sempre le amiche di mia mamma dire: “Eh, ma che gargana!”, che vociaccia! Perchè io cantavo dalla mattina alla sera, ho sempre cantato e pensando a questi ricordi, alla mamma e al dialetto che amo…lo chiamerò Gargana, ho pensato. E così è stato.
Questo disco ha come filo conduttore l’amore, e non solo: parla anche del sociale. Ce n’è una che sembra scritta proprio oggi, bellissima devo dire, scritta da Beatrice Di Domenico che scrive benissimo: “Appunti di viaggio” è la storia di due ragazzi che scappano dalla guerra e arrivano in un paese in cui sperano di essere accolti bene, perché vogliono ricominciare una vita. È proprio attualità.
Poi c’è un’altra canzone che parla di Lucio Dalla, scritta da Franco Ciani: era un cantautore molto sfortunato, il primo marito di Anna Oxa, molto infelice. Venne da me, mi portò questa canzone e incidemmo qui a casa mia: non l’avevo mai incontrato e gli ho detto “Guarda, se faccio un disco la metterò dentro”. Poi lui mi telefonò, era molto depresso, gli erano andate male delle cose. Si è suicidato, è una cosa che mi ha segnato profondamente, e in questo disco ho voluto omaggiare lui e Lucio Dalla.
Ci sono cover, ci sono altri pezzi nuovi come quello di San Remo e certamente altre canzoni. c’è un omaggio al grande Domenico Modugno, “L’uomo in frac”, c’è la canzone che ho portato a San Remo, ricordando una grande artista che è Milva.

Ho letto che ha scelto quella canzone perché Milva era una delle artiste preferite di sua mamma.
Era la cantante preferita di mia madre, assolutamente. E volevo riportare Milva a San Remo perché lei arrivò terza proprio con questa canzone, che si chiama “Canzone” ed è di Don Backy. c’è anche a canzone brasiliana bellissima, che si chiama “Abandonada por voce” e la canto in italiano, “Abbandonata”. C’è anche “Vola colomba” ma non è la vecchia canzone di Nilla Pizzi: è una canzone che avrei voluto portare a San Remo ma ho avuto paura del testo, è di un grande cantautore napoletano che si chiama Sal Da Vinci. È una canzone bellissima, molto forte, che parla di guerra, bandiere e frontiere, chiese divise…ho avuto un po’ paura ma è fortissima. E poi ci sono canzoni d’amore come “Voglio amarti”.

Mi pare che anche “Vola colomba” sia precisa per il momento.
Si, è davvero precisa.

Lei ha fatto il primo Festival negli anni ‘60, e ora ha partecipato di nuovo, nel 2022: com’è cambiato il Festival di San Remo, cosa c’è di diverso?
I tempi sono cambiati, adesso c’è la televisione e bisogna tener conto del grande show televisivo. Quando partecipavo ai primi festival era impensabile che ci fosse anche solo un ospite, era solo una gara ad eliminazione, fra cantanti. C’erano pochissimi giovani: la prima volta che ci sono andata ero fra i giovani, ed eravamo in tre. Ora è cambiato perché giustamente hanno cominciato a mettere anche ospiti stranieri, l’hanno arricchito. Amadeus ha un grande merito: quello di aver comunque privilegiato la canzone e la gara più degli ospiti. Questo gli fa molto onore, perché è un festival della canzone italiana e deve essere così.

Se non mi sbaglio l’hanno riconfermato.
Penso abbiano fatto più che bene: con uno che fa questi risultati perché dover rischiare. Penso sia giusto e doveroso: ha dato tanto, ha fatto un festival magnifico e ha accontentato tutti, dai ragazzini di diciassette, diciotto anni, fino a una signora molto anziana che non le dico chi che che però ha cantato molto bene, diciamo la verità! (ride)

Assolutamente si!
Oh, bene!

Fra l’altro volevo dirle che lei era la capitana della mia squadra del Fantasanremo.
Oh, ecco! Che io all’inizio non avevo capito una ramazza, niente! La prima sera sono stata dicono fortissima, ma fortuitamente perché non capivo. Mi hanno detto di dire “papalina”, e io ho detto “ma perché devo dire papalina?” E loro: “Dillo”. E va bene: io ho detto “Altro che papalina, questa era una meraviglia!”. Per cui ho preso dei punti anche se non sapevo ancora cosa fosse, e alla fine è diventato quasi un po’ esagerato. Dicevamo cose insensate a volte, però va bene. È stata una trovata, chi l’ha inventata è stato geniale.

Ho visto che la sua casa discografica la sta guidando sua figlia.
(ride) purtroppo! No, seriamente: ne sono felice ed è molto carina, ma molto severa! Deve dimostrare a se stessa, credo, e anche a me che è molto capace perché non l’ha mai fatto. Buon sangue non mente perché lei di famiglia Ansoldi, che aveva aperto una casa discografica, la Ri-Fi, in cui ci sono stati Mina, Fausto Leali…porta avanti una tradizione di famiglia. Adesso la cura da mesi e come artisti ci siamo io e sua figlia, perché mia nipote vorrebbe cantare.

Questo disco prevede un tour?
Si, l’ho deciso proprio questa settimana ed è una cosa che mi emoziona perché sono anni che non vado in giro con un tour organizzato. Sarà un tour che si chiamerà “Gargana” e credo…andremo in tutta Italia con un gruppo molto brava, e un cantautore bravissimo che farà parte di questo tour. E forse in qualche tappa voglio coinvolgere mia nipote. Debuttiamo a metà maggio in un bellissimo teatro che è il Teatro Municipale di Piacenza.

A San Remo ha trovato qualcuno dei giovani con cui ha pensato “potrei fare un duetto”?
Ce n’erano tanti, ma non so. C’è stato un ragazzo che mi ha detto che gli sarebbe piaciuto cantare con me, non ti dico chi è perché poi non è andata, però io li ho ammirati tantissimo tutti. Il gruppo La rappresentante di lista poi sono deliziosi, li ho conosciuti il primo giorno di prove dietro le quinte. Lui poi, è una meraviglia: abbiamo parlato un po’ e alla fine mi ha mandato i fiori in albero come fossi stata la sua nonna. Ho apprezzato tantissimo. Ma tutti! Michele Bravi…tutti erano molto carini, educati, dolcissimi con me. Li ho amati davvero.

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