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Interviste

Underdog: il ritorno e lo scontro con se stessi

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A undici anni dall’ultimo disco Keep Calm, gli Underdogtornano sui palchi con il nuovo album Underdog vs Underdog. Uscito il 21 aprile in formato digitale e vinile, l’LP è lo stepdefinitivo dopo tanti anni di tour, cambi di line-up tipici del progetto, sperimentazione ed improvvisazione. Il titolo per l’appunto non è affatto casuale: in Underdog vs Underdog si scontrano due line-up guidate dalle due voci ed elementi storici della formazione, Diego Pandiscia e Basia Wisniewska.

Le otto tracce raccontano diverse storie, come in una serie antologica, vissute durante la prolungata vita del progetto Underdog: il tutto in un non-genere in un limbo tra l’acid jazz, il dark ambient e il nuJazz.

Menzione d’onore va al singolo Cold Moon in Deep Water, unico ad anticipare il disco, il cui particolare videoclip è costituito da una sequenza animata da un’Intelligenza Artificiale generativa realizzata dall’insegnante dell’Accademia delle Arti e delle Nuove Tecnologie Davide Cardea.

Underdog vs Underdog sarà presentato il 22 giugno a Roma al Casilino Sky Park, a cui seguiranno una serie di date estive ed un tour nei club quest’autunno. Non perdete l’occasione di vivere questa esperienza ipnotica dal vivo!

È uscito un vostro nuovo disco undici anni dopo Keep Calm. Dove siete stati? Cosa è successo durante questo lungo iato?

Siamo stati in giro tantissimo e mentre eravamo in giro a suonare,piano piano alcuni di noi, anche causa stress di una vita in furgone in una band underground, hanno scelto vie differenti. E quindi ci siamo concentrati su affinare i vari cambi di line up per poter continuare a proporre la nostra musica, decostruendo e ri-arrangiando lo spettacolo che portavamo in giro. Ci abbiamo messo molto perché volevamo ricreare un ambiente prolifico tra musicisti vecchi e nuovi, necessario per esplorare nuovi territori musicali, nel frattempo eravamo sempre su un furgone per suonare, e la necessità di un nuovo album non era impellente. In effetti ci siamo girati un’attimo ed erano passati dieci anni.

Intanto il titolo è molto particolare: Underdog vs UnderdogUnderdog contro UnderdogCosa significa per voi? Cosa rappresenta questo scontro?

Nel disco sono presenti due formazioni a confronto, in due momenti storici ben precisi di questi ultimi anni: due differenti line up che ci hanno accompagnato in tour ed in studio e dato che sono state a tutti gli effetti due facce del nuovo progetto Underdogvolevamo immortalarle in questo nuovo disco. Lo scontro è dato dall’approccio che le diverse formazioni hanno avuto pur essendo “mediato” dalla presenza di noi due “storici” io e Basia. Ma è anche uno scontro con noi stessi di dieci anni fa. Volevamo andare oltre a ciò che avevamo già esplorato nei precedenti dischi, essendo rimasti solo noi della formazione storica sentiamo un po’ la sfida con il passato, lo scontro come necessità di andare oltre di produrre ancora qualcosa di interessante.

Sebbene il genere di fondo sia sempre votato alla sperimentazione musicale e alla ricerca di suoni, tempi e ritmioriginali, è chiaramente percepibile una differenza tra KeepCalm e Underdog vs UnderdogSecondo voi, cosa differenzia e cosa accomuna questi due dischi così vicini e così distanti?

L’improvvisazione è sempre stato il metodo con cui abbiamo prodotto le canzoni, raramente ci sono state canzoni scritte da un singolo componente “a tavolino” e dunque forse quello che accomuna i due dischi è ancora quest’approccio libero, un flusso creativo che poi va limato, smussato, affinato, per farlo diventare forma canzone. La differenza invece è enorme: abbiamo affrontato questo nuovo disco molto distante in linea temporale da Keep Calm e abbiamo potuto definire nuovi approcci, Basia ha sperimentato l’uso dei sinth, abbiamo giocato con l’elettronica, ho tolto l’effetto alla mia voce che si, la caratterizzava, ma che a lungo andare non mi permetteva di esplorare territori nuovi. E’ un disco più maturo, più intimo, Underdog vs Underdog, anche grazie al passaggio da una line up di 7 elementi, un vero muro di suono, a dei brani scritti in quartetto, eravamo di meno, ci siamo dovuti mettere più in gioco.

L’album è anticipato dal singolo Cold Moon in Deep Water, il cui videoclip è caratterizzato da una sequenza animata con un’intelligenza artificiale. Questa scelta è collegata in qualche modo al senso del brano o è un esperimento puramente estetico?

A Davide Cardea abbiamo chiesto di occuparsi del videoclip, lo conosciamo da anni perché ci ha fatto da tour manager principalmente all’estero, e conosceva bene il nostro stile. Il testo della canzone descrive una storia d’amore andata male, Davide voleva rappresentare il viaggio mentale ed emozionale di una donna negli istanti successivi alla propria morte, avvenuta per suicidio in mare causato da un amore finito. Però c’erano difficoltà dettate ad esempio dalla location: girare molte sequenze sott’acqua. L’IA è stato l’escamotage per poter ricreare quelle immagini, di fatto animando frame per frame, per disegnare ogni scena così come l’aveva pensata, sostituendo la macchina da presa con AI generativa. Essendo un insegnate dell’Accademia delle Arti e delle Nuove Tecnologie di Roma si è fatto aiutare da un team di una ventina di studenti.

Porterete questo disco dal vivo prossimamente? Avete qualche data pianificata per quest’estate?

Presenteremo il disco il 22 Giugno a Roma nella bellissima location del Casilino Sky Park del Fusolab, da lì inizieremo con l’attività live, qualche data in estate ma concentreremo il tourprincipalmente nei club in autunno. 

Volete dire qualcosa ai vostri fan?

Abbiamo prodotto un vinile come supporto alla nostra musica perchè crediamo che un disco sia il mezzo più adatto dove ascoltarlo, quindi se davvero volete goderne appieno, di questa follia che abbiamo registrato, vi consiglio vivamente di uscire dalle piattaforme digitali, recarvi in un negozio di dischi, compareo rubare il vinile ed ascoltarlo in cuffia.

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