Connect with us

Interviste

Limarra: tra mare e montagna, solitudine e unione, Riconoscersi

Published

on

Il cantautore siciliano Limarra debutta con il suo primo disco da solista Riconoscersi, uscito il 20 aprile. Anticipato nei mesi precedenti dai singoli Ribelle e dalla title track, il disco vede alla produzione artistica Cesare “Mac” Petricich, storico chitarrista della formazione aretina Negrita.

Riconoscersi è un bellissimo autoritratto dell’artista che traccia per traccia, testo per testo, parola per parola scopre (o meglio, riconosce) se stesso; a conti fatti un’ottima scelta in ottica di un disco di debutto. Un collage di esperienze dai colori mediterranei, sfumato dall’indie-folk d’oltreoceano. 

Riconoscersi, oltre all’inizio del progetto Limarra, è un’occasione per l’artista di tornare a suonare dal vivo dopo la spiacevole pausa pandemica. Limarra si è infatti già esibito ai Mercati Generali di Catania ed al BAM di Ragusa per presentare il suo nuovo album. Come lui stesso promette: “Voci potenti, suoni dilatati e penetranti, montagna e mare insieme” vi attenderanno ai suoi live. Non mancate!

È passato un mese dall’uscita del tuo primo disco, il primo del progetto Limarra. Intanto, cosa significa per te questo nome? Chi è Limarra?

Nonostante ad un primo acchito potrebbe rimandare ad un dimensione di negatività e di stallo, in verità Limarra ha tutto un altro significato: se da un lato coincide con la parola fango” dallaltro fa riferimento a tutto ciò da cui la vita nasce, un miscuglio liquido di elementi organici e detriti” vegetali fondano le basi per nuove esistenze, nuove forme due vita. Limarra è tutto ciò che sono stato nei miei ventanni di musica e palcoscenici, è lesperienza che, fusasi con sé stessa, crea un canovaccio da cui attingere per nuovi percorsi e nuove idee.

Il titolo del tuo album è “Riconoscersi”: un monito personale o un invito all’ascoltatore?

Sentirmi inadeguato mi ha cambiato la vita. Schiacciato dal peso dei ricordi e delle certezze ho sentito il bisogno di ritrovare me stesso, di riconoscermi in qualcosa di estremamente nuovo ma allo stesso tempo familiare. Avevo perso lamore per le cose, le abitudini erano diventate i miei obiettivi e le novità soltanto delle scomode paure. 

La vita è strana, prima hai tutto e non fai tesoro di niente, poi invece sparisci tra le ombre delle tue paranoie e i tuoi confini si mescolano con lindefinitezza. E allora scrivi pagine su pagine finché tra le parole appare il tuo riflesso, grigio e sbiadito, curvo e solitario. Il tempo è passato in fretta e non me ne sono nemmeno accorto, ma non è mai tardi per resistere, provo ad attraversare il sentiero e comincio a respirare. 

La musica allora diventa la strada che porta alle risposte che cerco. La voce si fa più forte e corre veloce sopra il vento.

Alla produzione artistica del disco vediamo la collaborazione di Mac Petricich, chitarrista dei Negrita. Come nasce questo sodalizio? Era destinato alla produzione di Riconoscersi o proseguirà in progetti futuri?

Tramite amicizie in comune sono stato invitato ad un concerto dei Negrita al Metropolitan di Catania a febbraio del 2020. Non mi aspettavo di essere poi invitato a stare con la band dopo lo spettacolo. Ho scoperto qui che Cesare, parallelamente alla carriera di musicista, si occupa anche di produzione artistica e così, visto che già allepoca avevo già un piccolo canovaccio di canzoni, abbiamo deciso di provare a costruire un progetto.

Ovviamente non mi sarei mai aspettato tutto ciò, ringrazio quindi la vita per avermi messo davanti a questa bellissima opportunità.

Lasse Sicilia – Arezzo sia stata un vantaggio nel rapporto che durante i 2 anni di lavoro con Cesare si è man mano delineato sempre con più chiarezza. Inizialmente i confini erano netti e i percorsi musicali di entrambi facevano riferimento a canovacci artistici differenti ma non lontani. Ecco, è proprio qui, in questa diversità “non diversa, che tutto ha cominciato a prendere forma dando valore a ciò che era più importante, la produzione. Confrontami con un mostro sacro del Rock italiano per me è stata una sfida bellissima, che ha rappresentato la base della simbiosi necessaria.

Hai già suonato live ai Mercati Generali a Catania, ed il 28 maggio ti attende un concerto al BAM di Ragusa. Com’è stato presentare il tuo disco live? Cosa deve aspettarsi qualcuno che non ti ha mai visto live da un concerto di Limarra?

Rimettermi sulla strada della musica suonata è stato per me un tuffo tra i ricordi. Purtroppo la pandemia ha dato una sterzata negativa alla mia “carriera” concertistica. Sono nato in un tempo in cui per emergere bisognava suonare tanto (e pure bene), caricare gli strumenti sul furgone e macinare chilometri. Il palco è la mia vita, è tutto ciò che sono musicalmente e tornare a suonare è stata un’emozione fortissima, come un bimbo al primo giorno di scuola. Spogliarmi dello scudo che il gruppo (I Baciamolemani) ha rappresentato per quasi vent’anni è stata la sfida più grande e giuro che fino al 24 aprile sera non ero sicuro di quello che stessi per fare. Poi magicamente cominci a cantare e così, dopo un La minore suonato sulle corde di ferro della chitarra acustica, tutto passa e stai bene.  Voci potenti, suoni dilatati e penetranti, montagna e mare insieme, questo è il mio live.

Vuoi dire qualcosa ai tuoi fan?

Venite a vedermi dal vivo, perché è lì che davvero celebro la mia musica e le mie emozioni, condividerle con voi sarà tutto ciò che vorrò.

DISCHI